I
genitori sono separati, divorziati, morti? Sono stranieri? Dove
risiedono i nonni? Lavorano? quante ore a settimana e quale è il loro
stato di salute. Sono invalidi? Queste sono solo alcune delle domande
alle quali hanno dovuto rispondere le famiglie che volevano iscrivere i
propri figli ad un asilo nido comunale lombardo. A
un familiare però è venuto il dubbio che non tutti i dati richiesti
fossero necessari e pertinenti, in particolare quelli relativi allo
stato di salute e invalidità dei nonni, e si è rivolto al Garante
privacy, il quale gli ha dato ragione.
Troppi
e non indispensabili i dati chiesti dal comune per predisporre la
graduatoria di ammissione all'asilo nido. E' stato questo il giudizio
del Garante che ha dichiarato illecita
la raccolta di un numero così rilevante di informazioni, spesso inutili
e in alcuni casi di natura sanitaria, ed ha vietato al comune di
raccoglierle di nuovo in futuro, limitandosi alla raccolta delle sole
informazioni necessarie alla verifica dei criteri di iscrizione previsti
dal Regolamento comunale.
L'Autorità
ha ordinato inoltre al comune di cancellare i dati non pertinenti già
acquisiti in violazione della disciplina sulla privacy. Nel definire la
segnalazione l'Autorità ha rilevato un effettivo disallineamento tra i
numerosi dati personali, anche sensibili, richiesti dal Comune nel
modulo di domanda di iscrizione all'Asilo e quelli che il Regolamento
comunale prende in considerazione per attribuire i punteggi della
graduatoria di iscrizione al nido (attività dei genitori compreso
l'orario di lavoro, presenza di persone invalide nel nucleo familiare,
affidamento ai servizi sociali, numero dei figli, età, eventuali
gemelli).www.studiolobrutto.eu